venerdì 29 giugno 2007

Ignoranti come due bestie




Sulla rivista Alta Val Bormida ho una piccola rubrica, si chiama “Visto in valle”, il gentilissimo direttore mi ha lasciato piena libertà, basta che si parli di Valle Bormida. Tra i vari argomenti che ho trattato mi sono anche dilungato a spiegare quanto, negli anni ’60 e ’70, la Valle Bormida avesse una serie di imprese brave a costruire, a realizzare cose difficili, come impianti chimici, centrali termoelettriche, raffinerie o pariticolari di carpenteria pesante. Non mi sono addentrato in particolari, ma un esempio valga su tutti: se l’estrusore che ancora oggi a Ferrania (sia pure con tutte le difficoltà note) continua a stendere i suo otto sottilissimi strati di emulsione fotosensibile sulla pellicola, la quale viene immediatamente asciugata e solidificata a umidità e temperatura controllati in un essicatoio lungo più di mezzo kilometro, ebbene, se ancora oggi c’è tutto questo è perché si tratta di una tecnologia difficilissima e raffinata da installare. Non è impossibile, solo che non è più remunerativo installarne di nuove. Questo a Ferrania funziona e quindi produce. Ma la cosa che qui ci interessa è che quell’estrusore è stato disegnato, realizzato, assemblato e messo in funzione da gente di qui (al massimo da Savona, per dire), non con competenze dall’altro mondo. Ancora oggi per rettificarlo ci si appoggia al buon lavoro manuale di una persona specializzata in quest’opera.
La conclusione sarebbe che ci siamo lasciati scappare un’occasione importante: quella esperienza, quella capacità, andava coltivata e sostenuta. Coltivata da scuole adatte e sostenuta da istituti di credito adeguati.
Comunque, nel pezzo facevo cenno alla saldatura a TIG, dicendo che chi non lo sa è tenuto ad informarsi, perché viviamo in un mondo PIENO di saldature, a TIG o meno che siano.
Diversi amici mi hanno fermato per strada per chiedermi che cos’è la saldatura a TIG. Dico brevemente che questo tipo di saldatura (Tungsten Inert Gas) consiste in un arco elettrico fra il pezzo e l’elettrodo non fusibile (in tungsteno) immerso in un flusso continuo di argon, un gas inerte. Questo gas “copre” la saldatura fusa e impedisce all’ossigeno atmosferico di aggredire il metallo incandescente e debole.
La questione però è un’altra: perché siamo (chi più chi meno) disposti a spendere soldi e tempo per sapere con che formazione giocherà l’Atalanta, se gli infradito saranno ancora di moda, se la Gregorazzi ha baciato o meno Pippomozzetti e non ce ne importa un tubo delle cose che ci stanno intorno? Se leggo un articolo, se ascolto un telegiornale e questi mi destano una curiosità, uno stimolo, una sorpresa, mi viene voglia di capire un cicinino di più di quel che Rossella o la Palombelli mi dicono. Non dovrebbe essere difficile. Capisco che un po’ lo è nelle questioni complicate di politica o finanza internazionale, ma perché non applicarsi a conoscere il nome delle piante intorno a casa mia, il nome e la predisposizione delle nuvole, la reazione “semplice” che scioglie il sale nell’acqua? Come è possibile non sentirsi in colpa a causa della propria ingnoranza, qui e oggi?!

PS: la foto non c’entra. E’ un omaggio ad una gentile amica…

giovedì 21 giugno 2007

Sono stato impegnato...

Ho avuto piccoli problemi di tempo, per cui non ho più scritto un tubo...

Chissà se c'è ancora qualcuno là?

Appena posso riscrivo. Prometto prodezze, fantasticherie, donne nude, ricchi premi e cotillon (come diceva Arbore).

A presto

Io