La crisi è finalmente arrivata. Siamo all’inizio, dicono; siamo al principio. Staremo a vedere. Negli USA hanno eletto il primo presidente abbronzato, il petrolio costa la metà di quel che costava qualche mese fa (ma non la benzina, fortunatamente), noi abbiamo una classe politica di anzianotti arzilli, con al seguito una corte splendida ma apparentemente inefficace, per non dire inadatta. Ce lo siamo persino un po’ meritato: basta politici, ci siamo detti. Infatti: avanti avvocati, presentatori, giornalisti, facce da spettacolo. Ecco fatto.
Comunque sia le fabbriche annunciano cassa integrazione o più semplicemente non rinnovano i contratti ai precari. Siamo in tanti, in CIG, e siamo destinati ad aumentare.
Nonostante tutto il nostro presidente richiama all’ottimismo.
Da qualche anno lo stato ci ha convinto (o fatto convincere) che le auto inquinano. “Quindi” bisogna farle più pulite (errore: se inquinano sono da ridurre, non da sostituire!). In effetti ora le strade sono intasate e non ci sono più parcheggi, ergo bisogna fare le grandi infrastrutture: è evidente!
Da qualche anno lo stato ha investito soprattutto nel gioco d’azzardo. Non so i modi e i tempi, ma siamo diventati molto peggio di Las Vegas o Montecarlo. Tutto sparso e spalmato per la bella Italia. Da qualche anno lo stato ci ha convinto (ha contribuito, ha agevolato gli istituti di credito) che BISOGNA spendere, che è un dovere buttare soldi dalla finestra: macchine, viaggi, vestiti, cibi. Ma anche e soprattutto interessi. Il vero affare di questi anni! Gli interessi sugli interessi. Ci vendevano un auto, un materasso, una vacanza? No, in realtà ci stavano vendendo un debito. Che noi compravamo gioiosamente. Adesso non ce n’è quasi più, ci appelliamo tutti al gratta e vinci, perché è questo che abbiamo imparato in questi anni, che la lotteria è l’unica speranza, l’unica via d’uscita.
E il presidente ci dice che dobbiamo spendere? E l’opposizione si occupa dell’IVA su una televisione privata di un magnate peggio del nostro?
Datemi retta, cari 2 amici che passate di qui per caso: NON SPENDETE PIU’. Imparate ad essere parsimoniosi. Non gettate la roba da mangiare, disfate le maglie di lana vecchie e lavorate coi ferri, fatevi un orto e scambiate la verdura vostra con quella del vicino, tenetevi due galline per le uova. Mandate a quel paese tutti i politici che vi dicono di spendere o vi parlano di problemi che non vi riguardano. Non abbiamo bisogno di spendere. Abbiamo bisogno di imparare a risparmiare. Sui buoni fruttiferi che mi regalava mia nonna c’era raffigurato un contadino in maniche di camicia che semina il SUO campo. Adesso cosa ci mettono? Il cittadino in ginocchio davanti al direttore di banca?
Non si deve giocare d’azzardo, è immorale, è ingiusto. Non si devono far debiti per delle stupidaggini: è immorale, deve essere imbarazzante, un motivo di vergogna. Non si devono comprare cose di cui possiamo fare a meno: è sbagliato.
La felicità non c’entra con quello che si possiede. La felicità è uno stato di grazia che si coltiva CON gli altri.
E la chiesa, la maggiore istituzione politica italiana, di cosa si occupa? Della depenalizzazione del reato di omosessualità! Di cellule staminali, di embrioni, di cancellare il limbo. Non ha altro da fare? Possibile?
E lo so che NELLA chiesa c’è anche chi si occupa di temi sociali da vicino, partecipando, edificando, amando. Ma le gerarchie fanno fatica a comprendere, tese come sono a seguire l’evoluzione politica della situazione.
Il fatto è che i capi son capi. I ricchi son ricchi e i padroni son padroni.
Guardiamoci negli occhi, tra noi. Lasciamoli soli, che s’aggiustino!