Sppure in ritardo trascrivo un tema caro ad un caro amico...
Vediamo....
PS la foto non c'entra niente...
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Ma che mondo è quello in cui uno dice:
“le tasse sono un modo bellissimo di contribuire al finanziamento di ospedali, scuole, forze dell’ordine, etc….”
frase che esplicita il concetto di convivenza sociale a fondamento di una democrazia, ed i titoli dei telegiornali sono stati:
“TPS: le tasse sono bellissime!!”
Non credo (non voglio credere) alla mala fede dei giornalisti, ma penso che il problema sia la profonda ignoranza che ormai caratterizza gran parte di questa categoria, vitale per il futuro democratico del nostro paese, ma il cui declino rappresenta un pericolo che non deve essere sottovalutato. Penso che i giornalisti siano molto più pericolosi dei politici, tanto vituperati e che hanno ovviamente le loro gravissime colpe, perché la percezione del reale e della realtà di un popolo passa in gran parte attraverso di loro. Così la politica diventa gossip e l’informazione si preoccupa di raccontarci le battute ed i pettegolezzi che la caratterizzano.
Provate un esperimento: scegliete un resoconto politico a caso da un qualsiasi telegiornale nazionale e provate a verificarla, cercando di risalire alla fonte, alla dichiarazione originale o nnon so che e vedrete la differenza che c’è.
“le tasse sono un modo bellissimo di contribuire al finanziamento di ospedali, scuole, forze dell’ordine, etc….”
frase che esplicita il concetto di convivenza sociale a fondamento di una democrazia, ed i titoli dei telegiornali sono stati:
“TPS: le tasse sono bellissime!!”
Non credo (non voglio credere) alla mala fede dei giornalisti, ma penso che il problema sia la profonda ignoranza che ormai caratterizza gran parte di questa categoria, vitale per il futuro democratico del nostro paese, ma il cui declino rappresenta un pericolo che non deve essere sottovalutato. Penso che i giornalisti siano molto più pericolosi dei politici, tanto vituperati e che hanno ovviamente le loro gravissime colpe, perché la percezione del reale e della realtà di un popolo passa in gran parte attraverso di loro. Così la politica diventa gossip e l’informazione si preoccupa di raccontarci le battute ed i pettegolezzi che la caratterizzano.
Provate un esperimento: scegliete un resoconto politico a caso da un qualsiasi telegiornale nazionale e provate a verificarla, cercando di risalire alla fonte, alla dichiarazione originale o nnon so che e vedrete la differenza che c’è.
Pampi
11 commenti:
Per i politici facili ad essere fraintesi, per i giornalisti non troppo dotti, per chi ammette la propria ignoranza e cerca di imparare qualcosa di nuovo: non preoccupatevi, è arrivato (o è in arrivo, non l'ho ancora capito...) uno strumento indispensabile!
non faccio nomi per non fare pubblicità ma c'è un nuovo vocabolario d'italiano con la sezione Sfumature di significato: «900 schede che confrontano parole analoghe illustrandone le differenze di senso, indicando quando e come usare l'una piuttosto che l'altra. Caparbio, ad esempio, è molto simile a Ostinato o Cocciuto; eppure Caparbio è chi persegue un obiettivo con determinazione, Ostinato è chi lo persegue anche in modo inopportuno, Cocciuto è quando l'ostinazione arriva all'irragionevolezza. Oppure: Piacere è un qualsiasi atto gentile; anche Favore ma sottolinea di più la disposizione di chi lo compie; Cortesia pone l'accento sulla particolare nobiltà del gesto e signorilità dell'autore.» (www.orizzontescuola.it)
Diciamoci la verità: se Padoa Schioppa avesse detto «Le tasse sono il giusto modo per contribuire al finanziamento ecc...», i titoli dei giornali avrebbero scritto «Le tasse sono cosa buona e giusta...». E il clero avrebbe ribattuto un amen... naturalmente in maniera molto spirituale e per nulla materiale...
Loryssima: sei sempre molto documentata e precisa, mi congratulo.
Taluni giornalisti riescono a essere perversi e morbosi anche quando parlano del tramonto (per dire). Con tutto che l'analisi politica non mi pare neppure faccia parte delle notizie più importanti.
Chi può l'informazione deve costruirsela, documentandosi e studiando. Chi non può... Non saprei, non c'è alternativa. Eppure non c'è sempre il tempo e modo per informarsi.
Ciau
Allora chi non può costruirsi la propria informazione si f....? Non lo accetto, forse basterebbe rispolverare una vecchia parola ormai in disuso, difficile da maneggiare e gravosa da perseguire: etica, etica del e nel lavoro, come ci insegnò un autore che so ti è caro come Primo Levi e come ci hanno insegnato grandi personaggi come Bruno Trentin, recentemente scomparso. Questo è l'unico insegnamento che vale la pena di trasmettere alle mprossime generazioni.
E l'etica come la coltivi? Come la applichi? Come fai a trasmetterla come valore?
Il tempo che puoi impiegare a "studiare" l'etica è lo stesso che impieghi ad informarti.
La democrazia deve partire dalla propria responsabilità nell'informazione. C'è stata una certa evoluzione nei sistemi d'informazione, se uno ha tempo e voglia si documenta su molte cose.
Di cose da trasmettere alle nuove generazioni ce ne sono tantissime.
Chi non si muove per conto suo sarà tagliato fuori (e non è detto che viva poi più male di quelli meglio informati...)
E l'etica come la coltivi? Come la applichi? Come fai a trasmetterla come valore?
Il tempo che puoi impiegare a "studiare" l'etica è lo stesso che impieghi ad informarti.
La democrazia deve partire dalla propria responsabilità nell'informazione. C'è stata una certa evoluzione nei sistemi d'informazione, se uno ha tempo e voglia si documenta su molte cose.
Di cose da trasmettere alle nuove generazioni ce ne sono tantissime.
Chi non si muove per conto suo sarà tagliato fuori (e non è detto che viva poi più male di quelli meglio informati...)
Perchè è necessario mettersi a studiare l'etica? E' necessario studiare etica e coltivarla per sapere di dover cercare di far bene il proprio lavoro, qualunque esso sia? Faussone aveva studiato l'etica per poterla applicare al proprio lavoro? Occorre studiare per essere uomini degni in questo mondo? Occorre studiare per insegnare ai nostri figli valori forse desueti come l'onestà o il rispetto?
Pampi.
P.S. Mi firmo qui e commento come anonimo perchè da ignorante ho dei problemi con la password di Google.
Firma come vuoi, non c'è problema: siamo 4 gatti, garantisco io per te...
Si, Faussone aveva studiato a modo suo l'etica. Faussone aveva delle doti naturali, io ne ho conosciuti come lui, erano dei fari di sapienza, sagacia, metodo, ortodossia in qualunque cosa facessero.
Bisogna fare barriera alla dilagante imbecillità, per questo occorre "studiare", farsi domande, prestare attenzione, non accontentarsi.
Un abbraccio a Pampi
Forse la verità sta... nel dubbio...
Chi è legato alle "proprie realtà assolute", senza alcuna analisi di "altri punti di vista" che siano diversi dal proprio, non ha lo spazio per avere un dubbio.
Chi dubita (anche dell'informazione, dei mass media, di chi ci vuol far credere cosa vuole e propinare la propria "ragione"), forse ha la possibilità di indagare, di verificare di persona questa o quell'altra "verità"...
"Dubito ergo sum", una puntata della trasmissione "Le storie" di Augias che ci può insegnare qualcosa. Potete rivederla andando sul sito www.lestorie.rai.it e cercando il video relativo alla puntata del 16/10/2007. Buona visione...
Eggià, Loryssima, è ricominciato uno dei pochissimi programmi TV che valga veramente la pena di vedere.
L'ho vista quella puntata! Bellissma!!
Zagbrebewsky, vero?
Siuleter
sì, proprio lui...
beh, sì, uno dei rarissimi programmi interessanti in quello scatolone colorato e inutile sopra il portatv... trasmissione relegata in orari assurdi con tempi ancora più assurdi: 20-25 minuti... complimenti alla rai...
Il dubbio come carburante impreswcindibile dell'uomo, come non amare questo caro e vecchio compagno (si può ancora usare questa parola?, ma considero la possibilità di potersi informare e documentare un privilegio, culturale, economico, sociale, che non tutti possiedono. Per questo penso che sia necessaria un'informazione pubblica, ma non solo, che sia al di sopra della soglia minima di decenza e rispettabilità. Paradossalmente la RAI di Bernabei con la rigida divisione politica delle reti, forniva un'informazione più ampia e pluralista, proponendo le diverse visioni della Società che esistevano nel Paese: probabilmente perchè le persone scelte per dirigere l'azienda erano lottizzate sì, ma di alto profilo professionale.
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