venerdì 23 novembre 2007

situazione attuale


L’ultima novità è il laminatoio a freddo. Prima avevamo parlato di: segnali stradali, pellicole per vetrine, carta inkjet resistente alla luce e all’ossigeno, cianine biomediche, centrale a carbone da 800 MW, una decina di centrali a biomasse da 20 Mw, un ciclotrone (SIC!!!), un sistema ad aquiloni per la produzione di energia eolica, una piattaforma tecnologica (cosa volesse dire, poi…), un outlet (SIC!!!!!!), produzione “wafer” per fotovoltaico, produzione inchiostri e dispersioni per inkjet, superconduttori, macchine per risonanza magnetica, incubatore d’impresa, deposito o retroporto containers.

Da quando è iniziata la questione siamo passati dal migliaio di persone a circa 250. L’azienda dice di perdere circa un milione di euro al mese (di meno, più recentemente).

Da cinque anni ci dicono che “oramai… il negativo tradizionale, basato sull’argento… non è che… Capisci…”. E intanto si producono 5 milioni di metri quadrati di negativo. La differenza è che non rende più come prima, la differenza è che lo confezionano altrove. Sennò fino a qualche anno fa il negativo era sui 6-7 milioni di metri quadrati (ma c’erano in fabbrica 1500-2000 persone).

Si produceva anche radiografico e arti grafiche. Adesso dismesse.

In sintesi aspettiamo che siano finiti gallerie e svincoli (opere pubbliche) che renderanno il sito di maggior valore.

Cosa succederà? A breve succederà che il 26 novembre il C.d.A. deciderà se liquidare l’azienda o ricapitalizzare.
Ma… E i contratti di programma? Tutti i progetti che sono stati buttati sul tappeto?
Semplice: non sono arrivati i finanziamenti.
Purtroppo questi onesti in-prenditori non sono appoggiati da una numerosa e variegata classe politica che non sa che fare. Un grazie anche ai giornalisti che non ci spiegano le cose (recentemente hanno scritto che un laminatoio è un impianto che comprende un altoforno con grande impatto ambientale…), e un grazie agli ecologisti che dicono di no, un grazie ai sindacalisti, perché non sarà solo colpa dei dipendenti se le cose andranno male.
Grazie di cuore all’INPS che mi paga la CIG.
Vedete com’è? Non siamo poi in mezzo ad una strada! Non possiamo neppure lamentarci davvero delle condizioni in cui ci troviamo, non siamo gli ultimi: un giovane precario che comincia oggi a lavorare è messo molto peggio.
Però a 40 è un po’ dura.

giovedì 15 novembre 2007


Mercoledì 19 dicembre a Cengio presenteranno questo libro.



Intervengono Franco Icardi, Davide Montino e MARIO CAVATORE.



E finalmente un autore di libri vero che presenta un libro vero...



Ecco perchè telefonavo a Einaudi!!

Intervenite numerosi!!

sabato 3 novembre 2007

mala tempora...


Ecco, lo sapevo… è successo.
Un uomo ha aggredito una donna, forse l’ha violentata, seviziata L’uomo è un rumeno, i telegiornali dicono “rom”, io credevo che i rom fossero zingari, invece pare che rom sia sinonimo di rumeno. Tutti i rom sono rumeni, tutti i rom sono zingari, i rumeni sono zingari.
Che pena e che tristezza per quella donna, per suo marito e i suoi amici… E che pena per quella gente che vive nelle baracche, di furti, piccole rapine, pasticci vari. E che pena ancor più per i bambini che nascono tra quelle baracche, per la loro visione distorta del mondo, quasi quanto la nostra. E poi provo pena anche per lui, il mostro, quello che i giornalisti e politici aspettavano e auspicavano da tempo. Eccolo, c’hanno anche la fotografia: egli è il Male, il Maligno. Che pena, povero coglione, testa di cxxxx che non sei altro, finirai in galera, è scritto. E forse è giusto. Forse verrai picchiato e seviziato a tua volta, perché chi ha commesso altri reati si sente meglio a sapere che c’è qualcuno peggio.
È vero, hanno ragione, queste cose non succedono in un paese civile, almeno non per strada, al buio (i giornalisti si sono dannati l’anima –coi politici- per dire che quella strada era buia, che non hanno messo neanche un lampione): in genere sono cose che avvengono in casa, nelle case, sotto il legale tetto coniugale. In genere sono i signori mariti che seviziano le mogli, ma se lo fanno ci sarà il suo bel motivo. Magari esagerano, però sono stati provocati…
Allora, perché è successo?
Primo motivo: ci sono in giro delle persone di vario sesso, etnia, provenienza, che hanno una scala di valori dell’esistenza diversa da quella comunemente nota e condivisa. Alcuni sono meglio, altri peggio. In genere quelli peggio sono nati e cresciuti in ambienti in cui non hanno imparato a rapportarsi con gli altri se non con la violenza, non conoscono altro linguaggio che la sopraffazione, la forza fisica, la prevaricazione. In genere sono stati prevaricati, picchiati e affamati fin da piccoli. Ci sono queste persone perché il mondo è ingiusto, incompleto, scorretto. È evidente: da un lato si muore per i grassi nel sangue, dall’altro si muore senza sangue…
Fin da bambini impariamo a pulire. Pulire vuol dire togliere lo sporco da una superficie, un abito, un vetro, un auto. Dove va a finire lo sporco? Non ci riguarda, va via, giù dal tubo, per strada, in un fosso, in un tombino, nel cestino della spazzatura. In verità lo sporco non sparisce: cambia sede, cambia forma. Diceva Lavoisier: tutto si trasforma, nulla si distrugge. Noi ci siamo abituati che se una cosa è lontana da noi allora non esiste più. Le baracche, gli uomini sporchi, ubriachi, le puttane, i bambini malati, gli analfabeti, sono l’immondizia di questa società perfetta, adatta alla “performances”, strafiga e palestrata, coi bei denti bianchi e qualcosa da rispondere ad ogni domanda. Allora l’immondizia va gettata via. La si elimini, la si eluda, la si cancelli. Ecco, una volta buttato fuori e lontano tutti gli indesiderabili, ripristinato il bel giardino dove i mulini sono bianchi, dove il campanile rintocca, i bimbi giocano, le mamme cucinano e i babbi lavorano, tutto è a posto: non ci riguarda più.
Secondo motivo: non è la mancanza di lampioni a causare l’assalto a una donna sola, è il fatto che è sola, tant’è vero che spesso la donna viene assalita in casa propria, dal proprio marito, quando è sola con lui e tutte le luci sono accese. Fino a poco tempo fa in quella stazione ci sarebbe stato un capostazione e un manovratore. Dal treno sarebbe sceso il conduttore. Almeno 3 persone solo nella stazione. Poi fuori forse un netturbino, un poliziotto, un carabiniere, qualcuno che lì ci lavora. Adesso, complice l’ottimizzazione di tutto il porco mondo occidentale e redditizio, non c’è più nessuno da nessuna parte. E se hai bisogno telefona al 118, al 115 o dove ti pare. E che ognuno si faccia i fatti suoi, per piacere.
Terzo motivo: non si possono tollerare le baraccopoli. Non qui dove siamo “occidente cristiano”. Non tollerare baraccopoli non vuol dire abbaterle con i loro abitanti dentro, vuol dire che dovrebbe essere nell’istinto di tutti, ma proprio di tutti, l’esistenza di cose che non si possono sopportare, e allora si trova una sistemazione da “cristiani” come dicevano una volta. E si fa rispettare il codice penale e se non va bene si cambia. Ma devono funzionare anche gli assistenti sociali, i centri di accoglienza (e non di detenzione a priori), la gente stessa che abita vicino a quelle baracche e che aiuta quella gente perché è uso così: si aiuta chi ha bisogno. E non è vero che sia una spesa enorme, inutile, che non si possono aiutare tutti… Non bisogna lasciare che nessuno, a destra e a sinistra, faccia politica sulla pelle di altri.
Quarto motivo: il mondo non è corretto, non è giusto, non è integralmente bello. Esistono condizioni sub-umane, forse sono la maggioranza. Quando un caso ci porta questa condizione in primo piano gridiamo all’indignazione. Prima no, non ci riguarda. Eppure esistono quelli che picchiano, seviziano, vendono armi, sfruttano il lavoro altrui, la pelle altrui.

Infine: in questi giorni un gruppo di mascherati ha linciato un gruppo di rumeni. Il risultato (oltre alla solita, frusta, indignazione di chi ha soffiato sulla medesima brace) è che ora ci sono tre o quattro rumeni ingiustamente perseguitati che avranno un buon motivo per non aiutare, o picchiare addirittura, un’altra persona. Le ronde, le vendette, le spedizioni punitive peggiorano il mondo. Io non voglio vivere in un mondo in cui ci si fronteggia, in cui “ognuno a casa sua” (possibilmente chiuso a chiave dietro una porta blindata). Il razzismo è alle porte. Non ce ne renderemo conto finchè non arriverà qualcuno a insegnarci una nuova morale, allora e solo allora potremo dire che noi l’avevamo detto, che non c’entravamo nulla, che noi, al massimo, eseguivamo degli ordini…

Ecco, questa foto, infine, l’ho scattata in un campo di nomadi in provincia di Savona. Lui, il vecchio patriarca, si chiama Camillo. Chiedete in giro chi conosce Camillo, provate ad andarlo a trovare: vi fa un caffè, se lo accettate volentieri (e se ha tempo). Un po’ si lamenta perché gli fregano la roba… Ma lui dice che bisogna avere pazienza.

Ancora una cosa: non parlo apposta dei politici famosi, quelli della “maggioranza” da Veltroni a Fini.

venerdì 2 novembre 2007




Ho telefonato... Ho preso il telefono e ho fatto squillare un apparecchio in un ufficio di via Biancamano a Torino...


Gente, se c'è qualcosa di sacro, se quel qualcosa è rimasto, è in via Biancamano. No, non ditemelo che il padrone è quell'altro, non ditemi che tanto l'etichetta non conta più niente, lo so da me.




Ma pensare che quel suono da me provocato ha attraversato l'aria che ha conosciuto Pier Paolo, Primo, Carlo Emilio, Beppe, Cesare... Quanti altri?




E' un affare che uno ci mancano fino le parole.


Almeno per me, e lasciatemi sognare!




PS Non ho telefonato per il motivo a cui state pensando: non ho niente (io personalmente) a che spartire ne ora, ne in futuro, con questi signori (magari!), è una questione assai bella, che se va in porto poi ve la spiego per bene.